Pronti, partenza, pratica!
Dopo un primo riscaldamento verbale, Alexandra Bersier invita tutti in palestra per toccare la questione con mano. La conduzione del corso passa ora alla docente dell’alta scuola pedagogica Franziska Röthlisberger, affiancata dalla specialista dell’UPI. Invita le studentesse e gli studenti a montare diverse postazioni di attrezzi. Dopodiché, chiede quali siano state le loro riflessioni sulla sicurezza: Alexandra Bersier insiste molto sulla spalliera: «L’altezza di caduta massima di 1,5 metri è rispettata? Sappiamo dalla ricerca che le cadute da questa altezza aumentano la probabilità di lesioni gravi.» Segue la spiegazione di Franziska Röthlisberger sulle conclusioni tratte dalla pratica di pedagogia dello sport. Le informazioni fornite suscitano numerosi momenti illuminanti.
Una donna dinamica con un’attività gratificante
Durante le discussioni davanti alle postazioni degli attrezzi Alexandra Bersier è in costante movimento e sprizza energia da tutti i pori. Più tardi racconterà ridendo di non essere mai stata capace di stare ferma. Dai 12 ai 18 anni, ha praticato l’attrezzistica a livelli agonistici a Macolin. Conclusi gli studi in scienze dello sport, ha lavorato come docente di educazione fisica nelle cliniche pediatriche svolgendo attività fisiche adatte per esempio a bambini obesi e malati di cancro. È molto contenta del suo lavoro per l’UPI: «Mi offre la possibilità di usare in modo ottimale le mie capacità e competenze di scienziata dello sport. È un clima aziendale che mi giova, poiché posso essere me stessa. Inoltre, mi piace collaborare con le colleghe e con i colleghi: lo scambio con loro è sempre interessante. Un altro aspetto fondamentale è avere abbastanza tempo da dedicare a nostra figlia, che ha un anno», aggiunge. «L’UPI ha prontamente accolto il mio desiderio di ridurre la percentuale lavorativa.»