Comunicato stampa | 10 novembre 2022

Persone anziane al volante Una sfida per la prevenzione

Il numero crescente di automobilisti anziani costituisce una sfida in termini di prevenzione. Oltre a essere più esposti al rischio di subire un incidente grave o mortale, questi utenti causano più incidenti rispetto alla media. Una tendenza che, complice il cambiamento sociodemografico, è destinata a rafforzarsi. Oggi, per identificare le persone non più idonee alla guida, la Svizzera punta soprattutto sulle visite mediche di controllo a partire da 75 anni. L’UPI reputa più opportune altre misure.

Per molte persone continuare a guidare in età avanzata è importante per rimanere attive e autonome. Questi automobilisti, tuttavia, sono più a rischio in caso d’incidente: essendo più vulnerabili rispetto agli altri conducenti, riportano più spesso ferite gravi. A ciò si aggiunge che sono più spesso coinvolti in incidenti e che ne causano anche di più: al netto dei chilometri percorsi, il rischio per gli automobilisti di età superiore a 65 anni di provocare un incidente stradale grave è doppio rispetto a quelli della fascia d’età media (da 25 a 64 anni). Tra gli over 75 questo rischio è cinque volte superiore. I motivi possono essere imputabili al declino delle capacità fisiche e mentali o a malattie che si manifestano con l’età.

Identificare le persone anziane non più idonee alla guida

Proprio per questo in Svizzera tutti gli automobilisti di più di 75 anni devono sottoporsi ogni due anni a una visita medica di controllo per accertare la loro idoneità alla guida. L’UPI ha condotto un’analisi approfondita su questa prassi ed è giunto alla conclusione che, pur godendo di un ampio consenso, le visite mediche di controllo non portano i vantaggi attesi in termini di sicurezza.

  • Documentazione tecnica

    Visite mediche di controllo dell'idoneità alla guida in base all'età

    Documentazione tecnica A4 | 244 pagine | 2.468 | N° DOI 10.13100/UPI.2.468.03.2022
    Scaricare PDF

Opportuno adeguare il sistema attuale

Le visite mediche di controllo comportano un onere non indifferente, difficilmente giustificabile se non se ne può dimostrare l’utilità. L’UPI ritiene quindi opportuno rendere lo screening più snello, ma precisa che sarebbe prematuro abolire le visite di controllo. Occorre dapprima determinare se l’innalzamento da 70 a 75 anni del limite d’età per la prima visita di controllo, effettivo dal 2019, ha un impatto negativo sull’incidentalità. Sarebbe inoltre necessario creare un sistema alternativo che permetta ad esempio di accertare determinate anomalie in modo mirato e reattivo.

In ogni caso andrebbero rafforzati anche altri approcci di prevenzione: sul piano tecnico va promosso l’utilizzo sistematico e corretto degli assistenti di guida. Anche strade meno complesse, autoesplicative e a prova di errore possono migliorare la sicurezza. L’attuazione di tali approcci, tuttavia, richiede tempo. Ne richiede meno la realizzazione di zone 30 che, grazie alla minore velocità, riducono lo stress alla guida, un aspetto che torna a vantaggio soprattutto degli automobilisti anziani.

Anche questi ultimi possono fare la loro parte in termini di sicurezza. A tal fine è importante che dispongano di informazioni attendibili su un’eventuale riduzione di determinate abilità. Con l’autovalutazione della capacità di guida, l’UPI propone loro un valido strumento per individuare tempestivamente possibili deficit e adottare le misure del caso.

Servizio

Vai al carrello
0