Comunicato stampa

Pumptrack, pareti di arrampicata, skatepark ecc. Non troppo vicini ai parchi giochi

Stiamo assistendo a un vero e proprio boom degli impianti sportivi pubblici. Purtroppo non tutte queste strutture sono sicure, anzi, alcune presentano un rischio di infortunio elevato. In una nuova documentazione tecnica, l’UPI spiega quali sono gli aspetti da considerare in fase di progettazione, costruzione, gestione e manutenzione per garantire la sicurezza necessaria. Due i punti essenziali: installare pumptrack, skatepark e attrezzi fitness a una distanza sufficiente dai parchi giochi e limitare l’altezza di caduta libera per gli attrezzi sportivi.

La maggior parte della popolazione svizzera fa sport regolarmente. Molte persone si allenano al di fuori di un’associazione, a volte da sole, altre in compagnia. L’offerta di impianti sportivi ricreativi è in crescita, soprattutto nelle aree urbane. Vengono proposte nuove strutture, ad esempio per il mtb, lo skating, il bouldering, lo street ball o il beach volley. Anche gli attrezzi fitness da esterno e i parkour park sono in netta espansione. Purtroppo la sicurezza di questi impianti lascia spesso a desiderare, ma fortunatamente le soluzioni non mancano. La documentazione tecnica dell’UPI «Impianti sportivi ricreativi nelle aree urbane» (la versione italiana sarà disponibile a breve) è un vademecum per chi progetta, costruisce, gestisce e assicura la manutenzione di queste strutture.

  • Documentazione tecnica

    Freizeitsportanlagen im urbanen Raum

    Documentazione A4 | 56 pagine | 2.405
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Separare impianti sportivi e parchi giochi

Spesso in uno stesso luogo si trovano diversi impianti sportivi. Per l’utenza è una soluzione molto comoda che però può risultare insidiosa, soprattutto quando le strutture per i più piccoli non sono ben separate da quelle per i giovani o gli adulti. L’esperto dell’UPI Roger Schmid conferma: «Una bambina o un bambino non è in grado di capire dove finisce il parco giochi. Da un momento all’altro può abbandonare l’altalena o lo scivolo e ritrovarsi in mezzo a una pumptrack dove giovani e adulti sfrecciano in sella alla loro mtb». 

È quindi fondamentale delimitare chiaramente gli spazi, una misura che non comporta necessariamente costi elevati: «A volte basta prevedere una distanza di cento metri tra un parco giochi e uno skatepark». In altri casi è invece opportuno posare una recinzione. Per gli impianti sportivi che richiedono un certo livello di abilità e nei quali le velocità e le altezze di caduta sono elevate, può addirittura rendersi necessario un sistema di accesso. Quali sono le misure da adottare e quando? La documentazione tecnica fornisce utili indicazioni. Su richiesta l’UPI offre inoltre consulenze sul posto e aiuta a trovare la soluzione più sicura.

Cadere sì, ma non da un’altezza eccessiva

Per molti degli impianti summenzionati esistono norme e direttive, ma a volte, per prevenire gli infortuni, può essere opportuno adottare ulteriori misure. Nella documentazione tecnica, l’UPI spiega cosa ciò comporta concretamente per le diverse tipologie di impianto. Le pareti boulder esterne, per esempio, dovrebbero avere una pavimentazione ammortizzante ed essere costruite in modo tale che la persona che si arrampica non possa cadere da un’altezza superiore ai due metri. Stando alla norma ufficiale, tuttavia, una parete boulder esterna può avere un’altezza due volte superiore, decisamente eccessiva se si considerano le lesioni che si possono riportare a seguito di una caduta.

Anche per gli altri impianti sportivi l’UPI invita alla prudenza: nei bikepark, gli elementi di salto accessibili a tutti non dovrebbero avere un’altezza di caduta superiore a un metro e mezzo. Nei parkour park i limiti sono meno severi: se la struttura è sorvegliata gli elementi possono raggiungere i tre metri, se non lo è non dovrebbero superare i due metri.

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